Ferribbotte e Mefistofele. Storia esemplare di Tiberio Murgia
di Nicola Fano | 9788895688640, Exòrma edizioni, 2011
Sinossi Sardo d’origine, siciliano per fama, romano d’adozione: Tiberio Murgia è stato tutto questo e molto, molto altro ancora. Giovane dirigente comunista nell’Italia del Dopoguerra, sciupafemmine impenitente, minatore a Marcinelle, lavapiatti e infine, dall’incontro con Monicelli, attore di clamoroso successo nella Roma della dolce vita.
Soprattutto, però, quella di Tiberio Murgia è una storia esemplare dell’Italia del Novecento. Va a scavare la più inquietante e affascinante contraddizione del teatro, quella tra uomo e maschera. Nell’impazzimento dell’identità nazionale, nel periodo illusorio del boom economico, è la storia di un uomo che nega la sua identità e ne accetta un’altra; un racconto fugace di come erano gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta nel nostro Paese.
Biografia dell'autore Sono giornalista, storico del teatro e autore teatrale.
Ho lavorato per vent’anni a “l’Unità” (fino al 1999), facendo il critico teatrale, l’inviato di spettacoli e cultura, poi il capo delle iniziative editoriali (i “Libri de l’Unità”, per capirci), poi il capo del servizio sportivo e infine il responsabile culturale.
Ho fondato “Diario della settimana” con Enrico Deaglio e Renzo Foa e ne sono stato vicedirettore per due anni.
Per due anni ho lavorato alle radio del Gruppo Espresso
Dal 2008 al 2013 ho lavorato al quotidiano “liberal”. Dal 2012 fino alla chiusura ne sono stato direttore responsabile.
Nel 2013 ho fondato il webmagazine “Succedeoggi” che tutt’ora dirigo.
Ho scritto o curato più di una dozzina di libri (qualcuno lo trovate ricordato sul sito) e poi ho scritto i copioni di una ventina di spettacoli teatrali (anche questi li trovate sul sito). Ho curato un po’ di mostre storiche sul teatro, ho diretto con Serena Dandini l’Ambra Jovinelli dal 2001 al 2007 e sono stato consulente editoriale di Einaudi, Rizzoli e Baldini&Castoldi-Dalai.
Dal gennaio 2014 sono Consigliere d’amministrazione del Teatro di Roma.
(dal sito www.nicolafano.it)
Estratto del libro La fame è una cosa seria. Anni dopo, a Tiberio Murgia capitava spesso di aprire la dispensa della cucina e guardarla con soddisfazione: lo stupiva di più avere tanti pacchi di pasta che tante donne. Quando la giovane segretaria di Franco Cristaldi riuscì a trovarlo, nel piccolo labirinto di Roma, per fargli firmare il contratto per quattro film in esclusiva dopo il successo clamoroso dei Soliti ignoti, Murgia per la prima volta non pensò a come conquistare quella giovane, ma gli tornarono in mente le pabassine che da ragazzino ammirava in una vetrinetta di Corso Umberto, a Oristano. Capitava che il pasticcere gli schiaffeggiasse anche la mano con la quale accarezzava timidamente il vetro: me lo sporchi con l’unto delle tue mani luride, gli diceva il pasticcere. La fame è una cosa seria, si disse Murgia quando la segretaria di Cristaldi lo trovò. E firmò il contratto progettando la vendetta che avrebbe consumato in primavera: stava arrivando il 1959.
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